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Mantova“Mantua me genuit”, ovvero, “Mantova mi generò” sta scritto sulla tomba del poeta Virgilio (70-19 a.C.), il più celebre cantore della “romanità”; e i suoi conterranei tuttora sono molto legati alla sua memoria, tanto da dedicargli una piazza, un liceo e… un centro commerciale! Ma non è l’unico figlio famoso di questa terra, ricca di testimonianze storiche immerse in un paesaggio naturale unico. Gli imponenti palazzi rinascimentali del centro s’affacciano su tre laghi formati dal fiume Mincio, in parte naturali, in parte irreggimentati dall’uomo fin dal Medioevo per proteggere la città – che in origine era un’isola – senza permettere che diventasse una palude. Sui laghi fioriscono i loti e i “trigoi”, o “castagne d’acqua” dagli strani frutti commestibili. La città, d’origine etrusca, nel XIV divenne la capitale del dominio dei Gonzaga, che ospitarono alla loro corte artisti del calibro di Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano, le cui opere hanno contribuito a far proclamare Mantova patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. In anni più recenti la città non ha smesso di essere capitale d’arte e cultura: il suo Festival della letteratura, che si tiene ogni anno a settembre, è famoso a livello internazionale. Per informazioni: http://www.comune.mantova.gov.it/index.php/turismo.

 

Da non perdere:

 

palazzo_ducale_mantova Palazzo Ducale. La residenza dei Gonzaga è cresciuta nei secoli annettendo il Castello di San Giorgio, e divenendo una delle più estese d’Europa. Gli appassionati d’opera sanno che qui è ambientato il Rigoletto di Verdi: con un po’ di fantasia, non vi sarà difficile immaginare il Duca cantare “La donna è mobile” nelle stanze affrescate, come la bellissima Camera degli Sposi dal cui soffitto s’affacciano i putti curiosi dipinti da Andrea Mantegna, o quella del Labirinto, dove si trova il motto “Forse che sì forse che no”, che ispirò a D’Annunzio il titolo di un suo romanzo, e il curioso Appartamento dei nani. Per informazioni: http://www.palazzote.it/

 

palazzo_te  Palazzo Te. Detto anche “Palazzo dei lucidi inganni”, era la residenza che Federico II Gonzaga fece costruire, appena fuori città, per ricevere ospiti illustri, fare feste e intrattenersi con la sua amante ufficiale, Isabella Boschetti. Progettato da Giulio Romano nel 1525, venne costruito al centro di un lago, ora prosciugato, su un’isoletta dalla vegetazione particolarmente rigogliosa. All’interno si trovano ambienti spettacolari come la Sala dei Cavalli, con ritratti a grandezza naturale dei cavalli preferiti della famiglia Gonzaga; o la famosa Sala dei giganti, perfetta macchina scenica concepita da Giulio Romano per far vivere a chi entrava la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di una lotta tra creature mitologiche. Oggi il palazzo ospita importanti mostre d’arte.

 

cattedrale_san_pietro_mantova Cattedrale di San Pietro, edificata tra il 1395 e il 1401 su basi più antiche, venne ristrutturata nel 1545 da Giulio Romano per volere di Ercole Gonzaga. L’architetto conferì all’edificio un aspetto simile a San Pietro di Roma come appariva ai suoi tempi, ovvero ancora vicina alle antiche basiliche paleocristiane. Per informazioni: http://www.diocesidimantova.it/

 

 

sant'andrea_mantova Basilica di Sant’Andrea. Lo splendido edificio progettato da Leon Battista Alberti nel 1472, ospita nella cripta la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo che, secondo la tradizione, il centurione romano Longino raccolse dal Crocifisso e portò a Mantova. In una cappella, affrescata dal Correggio, suo allievo, è sepolto il pittore Andrea Mantegna.

 

 

san_sebastiano_mantova Chiesa di San Sebastiano, voluta da Ludovico II Gonzaga e progettata da Leon Battista Alberti nel 1460, la chiesa è un classico esempio di architettura rinascimentale; nel ‘900 è divenuto luogo adibito a famedio dei caduti.

 

 

 


rotonda_san_lorenzo_mantova Rotonda di San Lorenzo
, risalente all’XI secolo, è la chiesa più antica della città, costruita interamente in cotto conserva resti di formelle e pilastrini in marmo di edifici precedenti e resti degli affreschi in stile bizantino di cui era un tempo interamente decorata.

 

 

 

museo_nuvolari Museo Tazio Nuvolari. Dedicato al celebre pilota (1892-1953), soprannominato il “Mantovano volante”, vinse di tutto e di più correndo su Bugatti, Ferrari e Maserati, infrangendo record e compiendo imprese al limite. Persino D’Annunzio lo ammirava e gli regalò una tartaruga d’oro, che diverrà il suo simbolo, accompagnata dalla motivazione “All’uomo più veloce l’animale più lento”.
Se alle quattro preferite le due ruote, sappiate che Mantova è anche la patria del ciclista Learco Guerra (1902-1963), “La locomotiva umana”: campione mondiale nel 1931, fu il primo a indossare la maglia rosa quando venne inventata per indicare i vincitori di tappa al Giro d’Italia. Per informazioni: http://www.tazionuvolari.it/it/